LA GUERRA DEI BOTTONI
L'Arena - 16 luglio 2015
Bam Bam, la guerra dei piccoli
Un altro spettacolo per famiglie è in cartellone stasera al festival Bastion Contrario al Bastione San Francesco. In scena quelli di Bam Bam Teatro con La guerra dei bottoni. Come già accaduto in Straordinario, anche questo titolo tratta di argomenti «grandi» con un linguaggio adatto ai piccoli. Il tema è infatti il gioco della guerra che, seppur finzione, cavalca il limite della realtà.Ideato nel 2014, in coproduzione con il Tocatì - Festival Internazionale dei Giochi in Strada, La guerra dei bottoni, scritto e diretto da Lorenzo Bassotto, è tratto dall'omonimo romanzo dello scrittore francese Louis Pergaud del 1912, per molti versi precursore degli eventi che di lì a poco avrebbero sconvolto l'Europa e il mondo intero. Protagonisti sono i bambini di Longeverne che ingaggiano una guerra «all'ultimo bottone» contro i coetanei di Velrans, a colpi di spade di legno, sassi e mani nude. Tutto è lecito e nessuna umiliazione viene risparmiata. È un gioco sì, ma le cui lacrime sono amare e reali come la passione dei ragazzi nella vittoria e nella sconfitta. Sul palco: Lorenzo Bassotto e Roberto Macchi.In occasione del centesimo anniversario dell'ingresso italiano nella Prima Guerra Mondiale, questo testo acquisisce nuovo spessore interpretativo assieme al contemporaneo I ragazzi della via Paal di Ferenc Molnar. Scritto per descrivere come il riso e il gioco siano un modo per esorcizzare le paure e allontanare i demoni della guerra vera. Al termine di questa battaglia i ragazzi ne escono profondamente trasformati e si avviano a malincuore verso il mondo degli adulti, e il romanzo si conclude con la frase: «E dire che, quando saremo grandi, magari diventeremo scemi come loro».Lo spettacolo inizia alle 22. L'organizzatore Legambiente e gli artisti invitano il pubblico a vivere l'atmosfera del bastione a partire dalle 19, ora in cui apre il bar.o
L'ARENA • 13 ottobre 2014
Guerra dei bottoni gioco di immagini in sella alla fantasia
Bassotto e Macchi sono bravi nell'interpretazione di più ruoli.
Il debutto de La guerra dei bottoni era già avvenuto al Tocatì che ha co-prodotto questo lavoro del neonato Bam Bam Teatro. La rappresentazione al Camploy, riservata agli insegnanti, era l'occasione per promuovere l'attività dell'associazione, presentarsi alle scuole, proporre corsi e spettacoli.
Nella giungla dei teatranti improvvisati che giocano al ribasso nelle proposte di laboratori da presentare ai collegi docenti, plaudiamo e auspichiamo fortune a chi nel teatro è da molti anni e ha coltivato in particolar modo nel teatro ragazzi esperienze pluridecennali in Italia e all'estero. Ben venga la qualità che c'è e si vede anche ne La guerra dei bottoni. Lorenzo Bassotto e Roberto Macchi in scena per 80 minuti sono coppia affiatata di lunga data. Il ritmo di comico e spalla nella cornice tematica della commedia dell'arte (loro evidente riferimento) qui s'inverte volentieri in un piacevole gioco di ruoli e personaggi perché il romanzo di Louis Pergaud ne ha parecchi e i due soli attori hanno un bel da fare a produrre immaginazione impersonando non solo i giovani protagonisti di epiche battaglie ma anche gli adulti che ormai hanno attraversato la paura di crescere.
Di paura si tratta e di guerra, temi cari al regista che già li declinò nei Ragazzi della via Pal e in Guerra. Come cari e ricorrenti sono gli oggetti trasformati per la scena in segni che rimandano ad altro. Metafore semplici, confezionate per il pubblico dei bambini ma efficaci per quell'eleganza e quello stile di cui dicevamo prima. Bastano pochi rametti per fare un bosco, una sedia per un confessionale, un telo per un'aula scolastica. Il tutto coordinato dentro quella leggera poesia che non rimbomba di eccessi ma si costruisce su piccole, semplici cose. Ci è piaciuta questa levità che accompagna modi e gesti mai farseschi.
Ci sta la macchietta perché il target richiede la reiterazione e il gioco sulla mimica ma abbiamo apprezzato, rispetto ad altri lavori, la limatura sulle eccessive onomatopee e sui gergali, o dialettali. La musica dal vivo di Olmo Chittò, vero virtuoso dei suoni, è una colonna sonora emotiva. Simone Azzoni
L'arena • 18 settembre 2014
«La guerra dei bottoni» anticipa la Grande guerra combattuta dai grandi
Ci sembra particolarmente azzeccato con lo spirito del Tocatì lo spettacolo che proprio in questo festival fa il suo debutto: La guerra dei bottoni, primo lavoro prodotto insieme da Bam!Bam! Teatro e dal Festival dei giochi di strada. L'appuntamento è per domani e sabato alle 21 e domenica alle 17,30 nel chiostro del Conservatorio. Di guerra si tratta (nel centenario del primo conflitto mondiale) e di giochi. Sulla scia di un precedente lavoro diretto dallo stesso Lorenzo Bassotto, I ragazzi della via Pal, anche ne La guerra dei bottoni, i conflitti degli adulti, almeno nei loro archetipi, trovano una malinconica e semiseria metafora nell'approccio ludico che i bambini hanno con la realtà e le sue regole. Il testo di Louis Pergaud sul «gioco della guerra» da cui lo spettacolo trae spunto e ispirazione, anticipa profeticamente la Prima guerra mondiale ma traduce quegli eventi in una storia gioiosa: un gioco puro che profeticamente esorcizza la paura per ciò che di li a poco avrebbe sconvolto l'Europa.
Le armi e i proiettili dei bambini sono però calci, pugni, sassi e spade di legno. Le trincee e gli eserciti sono quelli di Longeverne e Velrans che ogni anno, puntualmente si scontrano ferocemente. Come sa chi ha letto il grande classico, l'umiliazione per i perdenti è lo strappo dei bottoni, con conseguenti rimproveri da parte dei genitori. La strategia è quella di farseli ricucire da zelanti crocerossine o presentarsi nudi agli scontri. Giochi, per passare il tempo tra una lezione e l'altra. Per ricordare i tempi passati con un po' di nostalgia. Un riso gioioso per allontanare i demoni del diventare adulti e combattere una guerra vera. E un gioco che può essere serio se l'impegno e la verità dei partecipanti producono emozioni vere che si confondono nel gioco tra finzione e realtà.
In scena, il regista Lorenzo Bassotto, e Roberto Macchi. Difficile con solo due attori raccontare di spazi e luoghi che coinvolgono più protagonisti. Ma, spiega il regista, «per tutte le cose, la facilità non è mai stato un obbiettivo per chi fa teatro. Mettere in scena in due attori questa storia è una sfida importante». Così, Bassotto e Macchi saranno narratori che racconteranno e vivranno la vicenda alternandosi di ruolo in ruolo e creando uno stile narrativo particolare. La scena sarà molto semplice ed evocativa creando i luoghi del romanzo con poche strutture ed oggetti.
Le musiche sono di Olmo Chittò, i costumi di Antonia Munaretti e le luci di Claudio Modugno dell'associazione culturale Bam!Bam!, neonata compagnia, che fra i principali obiettivi ha la produzione di spettacoli teatrali per ragazzi i cui titoli non sono assimilabili alle logiche commerciali. Simone Azzoni
Dieci libri per...
il consiglio di andersen - settembre 2014
Dieci libri per... il TOCATÌ
Si rinnova l’appuntamento settembrino con il Tocatì, il Festival internazionale dei giochi in strada, che animerà il centro storico veronese dal 19 a 21 settembre con i più spettacolari giochi tradizionali italiani e internazionali. Un’edizione che varca i confini europei e attraversa l’oceano, per dedicarsi quest’anno alla cultura e alle tradizioni del Messico, portando in piazza giochi come Pelota P’urépecha – il lancio di una palla infuocata con mazze lunghe secondo l’uso degli indios P’urépecha – la Pelota Mixteca de Hule, una sorta di baseball con un guanto di cuoio che pesa circa sei chili, e tanti altri, tra cui millenari giochi di palla di origine precolombiana. Come di consueto sarà ben rappresentata anche la tradizione italiana, con circa venti giochi da ogni angolo della penisola. E poi ancora, giochi di tavoliere, come Backgammon, Carrom, Dama e Go, e giochi urbani come Parkour, Streetboulder e
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Dieci libri per... il TOCATÌ | Andersen http://www.andersen.it/tocati2014/
Slackline.
Un ruolo di tutto rilievo verrà riservato all’immaginario per l’infanzia con diversi interessanti appuntamenti a partire dalla mostra I sogni del serpente piumato – fiabe e libri illustrati dal Messico, mostra a cura della Fondazione !t!pán Zav"el di Sàrmede. Ospite d’onore dell’evento sarà GABRIEL PACHECO, illustratore messicano conosciuto in Italia per i suoi libri editi da Logos La strega e lo spaventapasseri (2011), L’aggiustacuori (di Arturo Abad, 2011), Il grande viaggio (di Anna Castagnoli 2010) e da Zoolibri L’uomo d’acqua e la sua fontana (di Ivo Rosati, 2013).
Il gioco di leggere sarà invece il filo conduttore lungo il quale si articoleranno gli interventi della conferenza dedicata all’interazione tra albi illustrati e dimensione ludica (domenica 21, ore 10,00, Biblioteca Civica). A raccontare il legame tra libri e giochi ci saranno Silvia Blezza Picherle dell’Università di Verona, Luca Ganzerla, studioso di letteratura per l’infanzia, e FABRIZIO SILEI, Premio Andersen 2014, autore tra l’altro di diversi libri che intrecciano manualità e fantasia come L’inventastorie (Fatatrac, 2012) Cartarte (Artebambini, 2010), Ruggiti di carta (Fatatrac, 2010).
E se a giocare sono invece le parole, ecco GIUSEPPE CALICETI e il suo concerto di filastrocche (sabato 20 ore 17,00, Biblioteca Civica), che condurranno i giovani partecipanti tra le rime bizzarre e le stravaganti cantilene di Enzo Lorenzo. 101 conte, penitenze e filastrocche (Rizzoli, 2014).
I giochi in strada sono talvolta giochi tra bande e, spesso, si trasformano in piccole guerre: è quello che succede ne La guerra dei bottoni, spettacolo teatrale tratto dal testo di Louis Pergaud e prodotto da Bam!Bam! Teatro e Tocatì con la regia di Lorenzo Bassotto. Il sipario si apre venerdì e sabato alle 21,00 e domenica alle 17,30 al Chiosto del Conservatorio. In caso di pioggia lo spettacolo andrà in scena al Conservatorio dell’Abaco, Auditorium Montemezzi.